martedì, Aprile 16, 2024
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Minacce a Tizian per le sue inchieste. Nessuno fermerà le nostre denunce

Vicini a Giovanni, ma basta solidarietà di facciata Politica e società civile lavorino a una nuova antimafia.

Finalmente possiamo tirare un primo sospiro di sollievo: finiscono in cella gli uomini, imprenditori e ‘ndranghetisti, che avevano intenzione di uccidere Giovanni Tizian, giornalista e militante dell’associazione antimafie daSud, e che lo costringono a vivere sotto tutela. E’ primo passo importante, vogliamo augurarci che lo Stato compia tutti gli altri necessari per Giovanni Tizian per tutti quelli che da Nord a Sud sono impegnati contro le mafie e compiono onestamente il proprio lavoro. “O la smette o gli sparo in bocca”, dicono i boss di Giovanni Tizian che fa il suo lavoro di giornalista. Così parlano le mafie al nord. Non si è fermato Giovanni, non si fermerà. Non si fermerà daSud nel denunciare gli affari dei clan nel nostro Paese, da Nord a Sud.

L’inchiesta di oggi dimostra ancora una volta che la presenza delle mafie al nord è una realtà consolidata, che è stretto il legame tra clan e una certa imprenditoria, che è scottante il sistema economico legato al gioco d’azzardo e alle slot machine che ogni anno fa finire in mano alle mafie dieci miliardi di euro. E dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale il ruolo di denuncia e di buona informazione che Tizian, tanti giornalisti, le associazioni svolgono nel nostro Paese nel silenzio e nella complicità di troppi.

Di questo deve occuparsi la politica, di questo devono chiedere conto i cittadini quando si confrontano con chi vuole governarli. Dobbiamo costruire una nuova antimafia: nelle istituzioni, nella politica e nella cosiddetta società civile. Non servono a nulla le candidature di bandiera che affollano le liste, non servono gli eroi. Sono necessari piuttosto esempi e il coraggio di cambiare il nostro Paese. Serve più consapevolezza e partecipazione, buone e concrete pratiche antimafia. Anche per questa ragione – e per tenere alta la guardia su questa inchiesta che è solo al primo atto – rilanciamo la nostra campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian”: sul sito di dasud.it o sul sito www.iomichiamogiovannitizian.org. Per dire che la solidarietà se è vera deve essere accompagna da pratiche e comportamenti. Che esistono e funzionano, che tutti possono mettere in campo. daSud su questo non farà sconti a nessuno.

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