venerdì, Aprile 26, 2024
Storie

La favola della liberazione

Reazione antiproletaria, ma anche un disegno politico preciso

La Storia, si sa, la scrivono i vincitori e loro scrivono e non scrivono quello che vogliono; non è un problema, in questa sede, di stabilire ciò che è vero e ciò che vero non lo è, ma di scrivere cose mai scritte, ma taciute, sottovalu­tate, nascoste e censurate; sono da ri­scrivere i libri di storia e nelle scuole è giunta ora che si in­segnino ai ragazzi di oggi cose mai inse­gnate e denunciare colossali mistificazio­ni.

Gli anglo-americani avranno certo sconfitto Mussolini, alleato di Hitler, ma non ci hanno liberato dal fascismo perché hanno imposto la sostituzione dei prefetti nominati dai CLN, sicché, ancora negli anni sessanta erano al loro posto 62 pre­fetti su 64 provenienti dall’apparato fasci­sta e mussoliniano, dall’OVRA, la polizia segreta del regime che, semplicemente, si rinominò Ispettorato di Pubblica Sicurez­za.

Hanno accolto nei loro servizi Junio Va­lerio Borghese, principe fascista e pontifi­cio che fu il punto costante di riferimento per tutte le azioni golpiste e terroristiche tendenti alla restaurazione di uno Stato il­liberale e antisocialista; di ciò darà ampie prove nella preparazione del tentativo di colpo di Stato che avrebbe dovuto scattare la notte del 7 dicembre 1970 e che fu bloccato all’ultimo momento.

Sulle torrette dei carri armati USA sventolava, accanto a quella a stelle e stri­sce, la bandiera gialla con le due “L” di Lucky Luciano e così il capo della mafia siciliana, Calogero Vizzini, fu nominato sindaco di Villalba così come numerosi capi di famiglie mafiose furono nominati sindaci dei loro paesi.

Più che liberatori furono, altresì, abilis­simi strumentalizzatori del banditismo ed, in particolare, di Salvatore Giuliano, co­mandante dell’EVIS (Esercito Volontari Indipendenza della Sicilia) e dell’intero movimento indipendentista guidato da Andrea Finocchiaro Aprile. Nell’uno e nell’altro caso risultò significativa la ma­trice anticomunista della duplice strumen­talizzazione.

Poi, quando Salvatore Giuliano e An­drea Finocchiaro Aprile scomparvero dal­la scena e quando la Democrazia Cristiana restò l’unico baluardo degli interessi del capitalismo, della mafia e della Chiesa cattolica gli USA non fecero mai più man­care aiuti, sostegni e sicure condivisioni.

I documenti dell’OSS hanno permesso agli storici Casarubea, Tranfaglia ed altri di saperne di più sul progetto del gerarca Luca Pavolini di costituire nel Mezzogior­no liberato un esercito di duecentomila fa­scisti che sarebbero dovuti entrare in azio­ne per impedire la formazione del nuovo Stato ”libero e democratico”.

Ho messo tra virgolette gli attributi di libero e democratico perché, in verità l’Italia non è stata mai nelle condizioni di costruire una condizione di vera libertà e di autentica democrazia a causa dell’oggetto contesto internazionale che la collocò necessariamente nella parte occi­dentale e del capitalismo per cui visse e subì i pesanti e oggettivi condizionamenti a portare avanti il progetto socialista di una società realmente e materialmente giusta ed equa ove fossero garantiti e ri­spettati i diritti delle classi popolari contro assurdi e anacronistici privilegi delle clas­si dominanti.

Per la Sicilia, addirittura, la situazione fu ancora più grave e lacerante a causa della struttura residuale del latifondo e a causa della organizzazione mafiosa impo­sta dalle classi dominanti locali che asse­condarono e condivisero la componente reazionaria ed antiproletaria esplosa a Portella della Ginestra.

I “liberatori” prepararono ancora prima di sbarcare tutti gli ingredienti necessari per il piatto della strage di Portella della ginestra: il patto con la mafia (nomina di capi famiglia a sindaci in cambio di una tenuta anticomunista del territorio), i con­tatti con i fascisti della RSI, con il Vatica­no per il tramite di Luigi Sturzo che riten­ne opportuno mettere alle costole di un in­certo Alcide De Gasperi il promettente Giulio Andreotti.

E’ assolutamente necessario ridefinire concetti, rivisitare fatti, aggiornare cono­scenze per liberarci, questa volta, da cen­sure, mistificazioni e bugie.

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