La città che brucia i teatri
Le ciminiere sono il terzo teatro pubblico che va a fuoco negli ultimi anni. Proprio accanto alle Ciminiere sono state distrutte dalle fiamme le ciminiere comunali. Ed è stato bruciato pure il Teatro Moncada a Librino, proprio dietro il cosiddetto palazzo di cemento, dopo una delle otto inaugurazioni.
A fuoco è andato pure il centro polifunzionale Midulla, qualche anno fa, a causa delle cataste di rifiuti. A fuoco pure la Club House dei Briganti Rugby a Librino . A fuoco la palazzina cinese alla Villa Bellini. Incendiati e mai ricostruiti i giochi per bambini di Piazza Palestro e del Parco Falcone.
Se non è incendiato è sgomberato, come il centro sociale Experia di via Plebiscito, come il consultorio Mi Cuerpo Es Mio in via Gallo. E se non è incendiato o sgomberato, è demolito. Come Palestra Lupo in piazza Pietro Lupo. Uno dei pochi posti dove si può fare musica e cultura gratuitamente in città, che tra qualche settimana sarà raso al suolo per fare un parcheggio per le auto degli impiegati della Polizia che ha sede lì accanto.
Parla di resilienza il Sindaco Trantino, di rinascere dalle ceneri. La ripetiamo così tanto questa frase: “melior de cinere surgo” che sta andando a fuoco tutto e noi quasi ne siamo compiaciuti.
Ma non è vera questa storia. Non rinasciamo migliori. L’incendio delle ciminiere comunali ha lasciato solo enorme abbandono. L’incendio del Teatro Moncada ha lasciato un teatro bruciato e pericolante, ricettacolo di violenza, droghe e motorini rubati.
La verità è che l’accesso alla cultura e agli spazi in questa nostra città appare impossibile. Dove lo fai un concerto se demolisci la Lupo? Quante autorizzazioni, quanti soldi e quante telefonate agli amici degli amici ti servono per fruire per una sera di un teatro? Le biblioteche e le sale pubbliche dove organizzare eventi chiudono alle 19. Dopo è impossibile organizzare qualcosa se non sei disposto a pagare cifre da capogiro. Dicono che non ci sono i soldi per pagare gli straordinari. Gli alti funzionari di comune e città metropolitana ingarbugliati nel groviglio di autorizzazioni, pareri, nulla osta, ostacoli burocratici, riescono a realizzare qualcosa nei teatri e nei centri di aggregazione solo in situazioni straordinarie, fortemente incoraggiate dall’assessore di turno. Per il resto tutto chiuso. Chiusi i teatri delle ciminiere, utilizzati anche come depositi di schede elettorali. Chiuse le biblioteche di quartiere. Chiusi i centri polifunzionali.
Aprono i vigili del fuoco quando qualcuno appicca un incendio.
Se il Comune rinunciasse a qualche assurdo consulente potrebbe aprire biblioteche e palazzo della Cultura ogni sera. Se il Comune rinunciasse a sparare costosissimi fuochi d’artificio a Sant’Agata potrebbe aprire tutti gli spazi culturali per tutto l’anno, gratuitamente. Ma non lo fa.
Il Sindaco Trantino si è tenuto la delega alla Cultura per non fare nulla.
Oggi, di fronte all’ennesimo spazio andato in fiamme, non servono avvenieristici progetti di ricostruzione. Serve la cura per quello che già c’è e che rischia di andare alle fiamme. Aprite gli spazi di via Gallo alle associazioni. Subito, immediatamente. Aprite la biblioteca Alberto Sordi, subito, ogni giorno. Proponete a chi vive e offre cultura e socialità in Piazza Lupo di prendersi cura immediatamente di un altro spazio pubblico. Ne esistono decine abbandonati. Trasformiamo la Camera del Lavoro in uno spazio per tutte le associazioni culturali della città. Per fare teatro, musica, attivismo, cultura, aggregazione. Apriamo gli spazi, lasciamoli vivere. Solo così rinasciamo dalle ceneri.
Solo così ha senso essere Capitale della Cultura.

