venerdì, Aprile 26, 2024
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Italia Tangentopoli infinita

“Le indagini servono a poco – dice Colombo – Il problema è a monte” Autoriforma della politica? Inverosi­mile

La corruzione è virale. Quanto tempo occorre a un cittadino onesto che entra in politica per oltrepassare i limiti della legalità e trasformarsi in un cittadino disonesto?

Se si leggono le cronache non troppo. Ma è la politica che corrompe provocando al Paese, come dice la Corte dei Conti, un danno di 30 miliardi di euro all’anno, o sono gli italiani che si lasciano facilmente corrompere una volta che si trovano nelle condizioni di arricchirsi presto e molto?

Il grande numero di inquisiti e condan­nati tra i politici di livello nazionale, re­gionale e locale dimostra che il vecchio proverbio “l’occasione fa l’uomo ladro” non è mai stato così fondato. Il caso dell’Expo di Milano con “cupola” annessa ha riportato gli italiani ai tempi di Tangen­topoli per via delle pratiche adottate e di alcuni vecchi ma intramontabili personag­gi, come Greganti, Frigerio, Grillo.

Il colpo di freno a Mani Pulite

La verità è che da Tangentopoli non si è mai usciti. Il pool di Mani pulite, che ave­va scoperto il marcio in tutti o quasi i set­tori industriali, frenò a un certo punto la sua azione poiché in caso contrario, sicco­me la corruzione era stata elevata a siste­ma, il Paese sarebbe andato distrutto, l’economia affossata.

Gherardo Colombo ha dichiarato che le indagini della magistratura riescono a fare poco perché il problema è culturale e che, a suo parere, sarebbero necessari “gran­dissimi investimenti sul piano educativo”. Una soluzione, questa, assolutamente con­divisibile, anche se è chiaro che l’atto di destinare con questo scopo somme elevate al sistema scolastico vorrebbe già dire, ammettendo la possibilità di trovare le ri­sorse, un’autoriforma della politica, at­tualmente inverosimile.

La prova più evidente è contenuta nell’ipotetica nuova legge elettorale che, come il cosiddetto Porcellum, prevede li­ste bloccate, togliendo di fatto agli elettori l’unica arma possibile di cambiamento democratico, ovvero la scelta dei candida­ti. Si procede per cooptazione: il simile chiama il simile.

Il livello morale degli uomini politici non è aumentato, così come non è mutato il comportamento del­la classe industriale: versavano segreta­mente tangenti vent’anni fa, versano se­gretamente tan­genti oggi, protestano con­tro la politica in pubblico, ma non denun­ciano mai le irre­golarità, uniti – i perdenti e i vincenti le gare – nell’omertà.

Nel frattempo, l’educazione dei giovani sollecitata da Colombo transita piuttosto per le curve degli stadi, che nell’arco di questi vent’anni sono rimaste un polo di aggregazione.

Un simbolo? Genni a’carogna…

Con una differenza non da poco: che vent’anni fa le curve erano fre­quentate da tifosi animati soltanto dalla passione calcistica, mentre oggi sono qua­si tutte in mano all’estrema destra, se non direttamente alla criminalità organizzata. Genny a’ carogna, che decide se la finale di Coppa Italia si può giocare o no è di­ventato un eroe e numerosi “opinionisti” hanno giudicato assolutamente legittima la “trattativa” che le autorità sportive e dello Stato, peraltro presenti in tribuna all’Olimpico ai massimi livelli, hanno condotto con questo personaggio prima dell’inizio del match. In Italia non si cor­rompe soltanto con il denaro.

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