venerdì, Aprile 26, 2024

Beni confiscati alla mafia

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Riforma del Codice Antimafia

“L’Agenzia nazionale dei beni confiscati funziona poco e male, pertanto i risultati sono stati al di sotto delle aspettative. Quest’ente ha le gambe troppo sottili, è troppo debole e poco organizzato, dotato di poco personale. Ed è questo uno dei punti principali della riforma del Codice Antimafia: una ridefinizione e un potenziamento del ruolo dell’Agenzia e del suo funzionamento.” 

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-rete-PolisSocietàStorie

I soldi dei mafiosi

L’emergenza abitativa a Palermo, nel 2000, raggiungeva picchi altissimi, mentre non si riusciva nemmeno a fare un elenco dettagliato dei tanti appartamenti sottratti ai mafiosi. “Quello dell’utilizzo sociale delle case confiscate alla mafia fu un percorso molto difficile ma anche esaltante. Si diede vita a un Comitato di associazioni per l’emergenza abitativa, innescando il protagonismo dei senzacasa, ma si impose anche un tavolo permanente in Prefettura. E poi cortei e assemblee nei quartieri roccaforte delle cosche in cui le persone senza un tetto innalzavano cartelli con su scritto ‘Vogliamo le case dei mafiosi’.

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La roba dei mafiosi

Se ci fosse una società civile – fatta da associazioni, comitati e movimenti sociali – davvero unita in quell’utopico (per certuni) fronte comune, pronto a cacciare via mafia, malapolitica e comitati d’affari collusi, tutto questo sarebbe accaduto? Un quesito che non è di oggi, ma che risale a tanti anni fa, dalla morte di Giuseppe Fava ai tanti episodi di intimidazione che tanti uomini e donne hanno subito. Chi ha una risposta a questa domanda, risponda senza retorica e carità di facciata, e soprattutto senza finta indignazione.

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-rete-CronacaPolisSocietà

Partinico, le associazioni che gestiranno beni confiscati alla mafia

Espletata questa graduatoria adesso si attendono i decreti di assegnazione, che dovrebbero prevedere anche gli anni in cui è data la concessione e gli obblighi delle associazioni di presentare bilanci e di svolgere le attività per le quali hanno ottenuto il bene. Con l’auspicio che quanto sequestrato ai mafiosi ritorni davvero ai cittadini e non diventi l’angolo e la bottega personale di qualcuno.

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“Crediamo molto nella nostra protesta”

Il portone del liceo Boggio Lera è barricato, anche di sera quando ci vai. Lo presidia un gruppo di studenti: “Parola d’ordine” chiedono a chi vuole entrare. Un via vai di ragazzi e ragazze. Fanno i turni, la notte dormono lì. Ogni giorno alle nove in punto fanno l’assemblea per discutere e decidere il da farsi. Il resto del tempo lo passano tra i gruppi tematici che hanno creato per parlare di ambiente, beni confiscati, fondi strutturali europei.

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