martedì, Ottobre 15, 2024
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Altro che favoritismi, i migranti in Italia trovano sfruttamento e diritti violati

Abbiamo appreso dalla stampa che anche nel nostro territorio, a Vasto e Ortona, si è aderito alla iniziativa di Salvini e della Lega Nord contro i rifugiati politici. Secondo quanto riportato da alcuni articoli, a Vasto il promotore è stato il consigliere comunale Davide D’Alessandro. Sembrano passati secoli, ma sono invece solo 8 anni, dai tempi del PD di Casalbordino …

Nel lancio dell’iniziativa si fornivano statistiche e si lanciavano accuse che non sembrano minimamente corrispondere a quanto vivono coloro che sono accanto ai migranti tutti i giorni. E, tra le cifre fornite da loro e quelle fornite da chi appare ormai impegnato in una quotidiana opera di delegittimazione, criminalizzazione e avversione contro i migranti, la sceltà per noi è pressoché obbligata. Stupisce che chi è stato brillante giornalista in un prestigioso quotidiano nazionale questo confronto pare non averlo neanche voluto ipotizzare.

Tra i capisaldi fondamentali sull’immigrazione sicuramente ci sono la legge Bossi-Fini e quanto decretato dal Governo Italiano nel 2009. Bossi per anni e anni è stato leader della Lega Nord che, sia all’epoca dell’approvazione della legge che porta anche il suo nome che nel 2009, era partito al potere in Italia. E stando al governo si determinano leggi, regolamenti, finanziarie, diritti, tutele e tanto altro. Oggi si accusano altri di non difendere e tutelare i diritti degli italiani, dimenticandosi che fino a ieri si era al potere e si son determinate le stesse identiche politiche. “Prima gli italiani” nei fatti, da sempre, è apparso “Prima alcuni italiani”. I ben soliti noti. Perché chi veramente mette da sempre “prima i lavoratori”, chi è senza diritti, chi viene quotidianamente discriminato e soffre la crisi economica e le ingiustizie sa bene che nessun diritto nega un altro, che migranti e “italiani” possono e devono lottare insieme e che non esiste alcuna “concorrenza”.

I migranti in Italia vengono rinchiusi in CIE (ex Cpt), luoghi su cui è lunghissima la lista di violazioni, abusi, soprusi, violenze denunciate e documentate. Film come “Mare Nostrum” del regista RAI Stefano Mencherini o “Come un uomo sulla terra” descrivono situazioni disumane, cruente, terribili. Anche nel nostro Abruzzo, anche nella nostra Provincia (è cronaca di queste ultime settimane e giorni) esiste ancora il caporalato, lo sfruttamento del lavoro nero, lo schiavismo in fabbriche-lager. Come anche in Puglia (dove è in corso anche un processo per riduzione in schiavitù, uno spaccato importante è documentato dal film “Schiavi” sempre di Stefano Mencherini), a Rosarno, in Sicilia. Una inchiesta giornalistica di qualche mese fa denunciò veri e propri capannoni dove sono quotidianità persino le violenze sessuali, anche durante festini per parenti e amici dello sfruttatore.

Lo status di profugo viene riconosciuto, solo al termine di complesse procedure a Persone che fuggono da guerre, fame, miserie, violenze. Persone in cerca di umanità che abbandonano (con la morte nel cuore e, troppo spesso, costretti a lasciarvi parenti e familiari con un dolore atroce) luoghi dove l’umanità viene calpestata e violata. Non riusciamo a comprendere come questo possa essere oggetto di polemica politica e di attacchi a chi vede riconosciuto questo status. Tra queste persone ci sono oggi anche coloro che fuggono dall’ISIS. Persone che fuggono quindi dalle violenze, dalla guerra, dalle atrocità che vediamo denunciate e condannate anche nella nostra Italia. E per questo le si attaccano, criminalizzano, avversano?

Associazione Antimafie Rita Atria

Associazione Culturale Peppino Impastato

Zona Ventidue

PeaceLink Abruzzo

alessio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria, dell'Associazione Culturale Peppino Impastato e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Telejato.it, Popoff Quotidiano e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.

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