lunedì, Aprile 29, 2024
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Gino Bartali, non nel mio nome

La prima tappa del Giro d’Italia a Catania. Non una parola sul popolo palestinese

Lo chiamavano Ginaccio, quel toscano verace, ma il suo nome era Gino Bartali, campione del giro d’Italia per tre volte. A ogni intervista diceva sempre “c’è tutto da rifare!”.

bartali

Durante l’occupazione nazista, in Italia, correva in bici e nascoste nella canna della sua bici documenti falsi per gli ebrei italiani da salvare dai campi di concentramento. Ginaccio, anche dopo la guerra, non raccontò mai questa storia, da uomo semplice che era, riteneva di aver fatto qualcosa per una giusta causa. Solo qualche anno fa, i suoi nipoti, resero pubbliche questi episodi. Ed ecco che il governo israeliano pone nel “giardino dei giusti” Gino Bartali.

Il centunesimo giro d’Italia è partito il 4 maggio da Gerusalemme ovest, per la fratellanza tra i popoli e nel ricordo di Gino Bartali. In realtà, la “Gazzetta dello sport “, da sempre organizzatore del giro d’Italia, ha avuto dal governo Israeliano 14 milioni di euro e 2 milioni di euro da privati, e poco gli importa della fratellanza tra il popolo israeliano e palestinese.

Infatti, mentre il giro d’Italia prendeva il via sulla frontiera tra Israele e la striscia di Gaza, i soldati israeliani sparavano contro i manifestanti palestinesi, che da settimane e ogni venerdì celebrano il “giorno del ritorno” per rivendicare l’occupazione illegale dei territori palestinesi da parte dei coloni ebrei. Manifestazioni che hanno provocato centinaia di morti e feriti tra il popolo palestinese di Gaza.

La prima tappa del giro d’Italia, nel territorio italiano, sarà Catania. Il sindaco Bianco dice che “questa è un’occasione unica per la nostra città, una manifestazione che porterà vantaggi economici e farà confluire tanti turisti”. Non una parola sulla crisi in Palestina, non una parola a difesa del popolo palestinese, solo opportunismo elettorale.

Eppure, quante dichiarazioni, sulla fratellanza tra i popoli, di come Catania è “capitale dell’accoglienza”, città prima per solidarietà per gli abitanti delle periferie e gli stranieri? E per qualche tempo la bandiera della pace ha campeggiato sul balcone del palazzo di città. Ma è solo facciata. Quello che conta sono i soldi che riceve dall’agenzia “Frontex” e in questo caso dalla “Gazzetta dello sport”.

Ci piace pensare, che se fosse vivo e con noi, Ginaccio direbbe “fate pure quel che volete, ma non nel mio nome!” e poi aggiungerebbe “Non va! È tutto da rifare. Non ho salvato degli ebrei per far sterminare il popolo palestinese!”.

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