martedì, Ottobre 15, 2024
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L’addio di Caselli, denunciare sempre collusioni mafia

Allarme ‘ndrangheta per Piemonte. Bindi, lotta a zona grigia

 

(ANSA) – ROMA – Cinquanta anni di antimafia e una indicazione univoca:la ‘zona grigia’ va sempre denunciata, portata alla luce, anche quando non ci sono direttamente reati penali perche’ la forza della mafia, da due secoli a questa parte, risiede proprio nelle ‘relazioni esterne’ delle cosche.

Il Procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli,a pochi giorni dalla pensione, conferma la sua linea ‘senza omissis’ e trova dalla sua parte anche il Presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi.

L’occasione e’ quella della celebrazione del mezzo secolo di vita della commissione con un convegno alla Camera. La Bindi invita a non abbassare la guardia : ‘Non puo’ esserci la ‘zona grigia’ nella lotta a tutti i versanti della mafia, sia esso politico o economico: o e’ bianco o e’ nero. La ‘zona grigia’ deve essere snidata e portata alla luce. Tocca alla politica darsi un codice.’. A San Macuto, il palazzo dove ha sede la commissione Antimafia, Giancarlo Caselli da’ il suo ‘addio alle armi’ dopo una vita eccezionale al servizio prima della lotta al terrorismo e poi alla mafia. Il magistrato conferma la sua ‘filosofia’ che lo ha visto spesso contrastato dentro e fuori la magistratura. E con l’occasione lancia un allarme sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte.’E’ un fatto che e’ scivolato via come l’acqua sul marmo me e’ un fatto: la ‘ndrangheta e’ in Piemonte.Tutto cio’ spesso suscita sorpresa e incredulita’ ma e’ vero’. Caselli insiste a lungo nel chiedere occhi aperti sulle collusioni della mafia: e’ essenziale per stanare la ‘zona grigia’ anche quando non ci sono reati. Le ‘relazioni esterne’ sono il nerbo, la forza, il segreto della durata della mafia; e per questo devono essere denunciate. Niente sentenze con gli ‘omissis’ quindi, ma nomi e cognomi di chi intrattiene realzioni con la mafia. Sempre. ‘Se emergono ‘relazioni esterne’ – e’ la sua indicazione – devono essere sempre evidenziate ed entrare a far parte dell’inchiesta poiche’ rappresentano la prova dell’esistenza dell’organizzazione mafiosa e dei suoi legami nella societa”. ‘L’intreccio di coperture, collusioni e complicita’ con pezzi diversi della politica, dell’economia, della finanza, della cultura e dell’informazione – ha spiegato il procuratore – sono la spina dorsale del tessuto mafioso. E per questo gli ‘omissis’ sono controproducenti. Si debbono dare tutti gli elementi per comprendere gli addentellati che le cosche riescono a stendere nei diversi settori. Anche quando non ci sia un diretto profilo penale perche’ la mafia si batte se si rivelano le loro ‘relazioni esterne” che sono la vera forza dell’organizzazione’.(ANSA).

salvatore.ognibene

Nato a Livorno e cresciuto a Menfi, in Sicilia. Ho studiato Giurisprudenza a Bologna e scritto "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti" (ed. Navarra Editore).

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