Votare dove “la mafia non esiste”

Nello spiazzale davanti alla scuola Livio Tempesta, in via Gramigrani, nel cuore di San Cristoforo, non si fatica a scorgere gente che cerca di accaparrarsi voti. Alcuni fermano anche le automobili. Nel quartiere di Catania dove “la mafia non esiste”, la scuola Livio Tempesta è circondata da cumuli di spazzatura e pizzini elettorali.

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I voti dei mafiosi

I dati delle votazioni si susseguono uno sull’altro, mancano pochi seggi ancora da contare e spunta più volte il volto sereno di Musumeci. L’ex presidente della Commissione antimafia in Sicilia non diventa mai triste, nemmeno se gli mettono l’amico del figlio di un capoclan nella coalizione.

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CATANIA La società civile contro le intimidazioni

Apprendiamo che in questi giorni il candidato all’Assemblea Regionale Siciliana, Riccardo Pellegrino, nel corso di un’iniziativa elettorale tenutasi nel quartiere di San Cristoforo, ha avuto modo di dichiarare, dopo aver augurato un’impropria cacciata dei comunisti dal quartiere, che la mafia, a San Cristoforo, non esiste.

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“A San Cristoforo la mafia non esiste!”

Famiglie mafiose che hanno sostituito lo Stato nel controllo del territorio. Fino a togliere al quartiere il diritto al lavoro, il diritto di andare a scuola o il diritto di avere spazi sociali, come piazza Don Puglisi o piazza Don Bonomo, controllate dallo spaccio gestito dalla manovalanza mafiosa. Insomma, noi poniamo un problema morale, sociale e politico, e lo facciamo con delle domande al consigliere Pellegrino.

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Catania – Ombre sul Consiglio comunale

Tutto iniziò il 14 gennaio scorso. Nell’aula del palazzo degli elefanti, i consiglieri di maggioranza e opposizione, si unirono compatti – come mai tanta unità? – per dire che la mafia nel Consiglio comunale è… impensabile! Sugli organi di stampa intanto uscivano i nomi dei consiglieri indagati dalla Commissione antimafia regionale.

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Ombre sul Consiglio comunale

La signora prefetto di Catania, Maria Guia Federico, non nega che alcuni consiglieri siano imparentati con personaggi vicini a cosa nostra ma questa parentela “non ha influenzato in nessun modo le decisioni del Consiglio comunale stesso” dice, e quindi è inutile fare altre indagini. Sulla base di cosa lo sostiene? Non ci è dato saperlo.

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