Dissestati

Gli impiegati a tempo indeterminato del Comune di Catania sono circa tremila. Quando è arrivata l’assunzione, ormai quasi trent’anni fa per tutti, hanno festeggiato. Il posto fisso al Comune in una terra dalla quale si fugge e dove due imprese su tre falliscono: una grande notizia. Per decenni il 27 del mese è arrivato puntuale lo stipendio. Adesso non più. Da dodici giorni nessuna notizia dell’accreditamento. Ora c’è il dissesto e non si sa come andrà a finire. “Che fine faremo noi? Noi siamo gente in carne ed ossa, non siamo numeri, non siamo cifre sui bilanci”.

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Le poltrone degli amici

Le società partecipate del Comune di Catania cambiano i vertici. Via gli amici di Enzo Bianco, i fedelissimi della senatrice Valeria Sudano, i miracolati da Luca Sammartino. Tutti nominati senza alcuna selezione pubblica, senza alcun concorso, per pura spartizione politica. Pronti a subentrare gli amici di Salvo Pogliese, i primi dei non eletti al consiglio comunale, i fedelissimi di Lombardo e Firrarello, i giovani rampanti che non si sono candidati alle elezioni ma si sono impegnati in campagna elettorale. Pronti ad accaparrarsi una poltrona gli uomini noti del centrodestra catanese, finalmente tornato a destra. Unico requisito, la fedeltà politica. E poi c’è la città e i diritti che le società partecipate dovrebbero assicurare alle cittadine e ai cittadini.

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