domenica, Aprile 28, 2024
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Libri a Dell’Utri si stringe il cerchio

Da Firenze spuntano nuove intercettazioni

Si allarga lo scandalo dei libri anti­chi trafugati dalla biblioteca di Girola­mini a Napoli. Dalla Procura di Firen­ze giungono una serie di intercettazio­ni telefoniche dove emergono contatti tra De Caro e Dell’Utri. I due si telefo­nano di continuo e parlano principal­mente di affari e testi antichi. L’inchie­sta continua…

“Dottore le ho trovato il ‘De rebus ge­stis’ di Carafa che è uno dei più rari” dice Massimo De Caro, direttore della Biblio­teca dei Girolamini di Napoli, parlando con il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri che gli risponde “Del Carafa, si, non ce lo abbiamo”. La telefonata è intercettata il 22 febbraio scorso dalla procura di Fi­renze in un altro filone d’indagine.

De Caro agli arresti dal 23 maggio per lo scandalo dei libri antichi trafugati dal­la Biblioteca dei Girolamini interrogato dai pm ha confermato di aver consegnato a Dell’Utri, appassionato bibliofilo, tre testi di Girolamini. Per non mettere nei guai il senatore del Pdl De Caro però ai magistrati sottolinea che “Escludo cate­goricamente che il parlamentare fosse a conoscenza della loro provenienza illeci­ta.

Il ‘De rebus gestis’ l’ho dato personal­mente a Dell’Utri. E’ stato un regalo, un gesto d’affetto”. Secondo De Caro in un solo caso il parlamentare avrebbe saputo della provenienza di un testo dalla Bi­blioteca dei Girolamini e riguarda la rile­gatura Carnevari. Ma De Caro sostiene che il libro fu consegnato al fondatore di Forza Italia e del Pdl solo per “far verificare da un esperto di fiducia l’originalità della rilegatura”. I magistrati non sembrano credere ai racconti dell’ex direttore della Biblioteca e hanno calato i loro assi: un’altra conversazione. E’ del 29 marzo. “Massimo fai il prezzo” dice Dell’Utri. E De Caro: “La prossima settimana sono solo nel convento, tutto il convento per me. Se vuole dottore…da solo…sono solo, ho le chiavi perché i padri vanno via”.

La domanda sorge spontanea ma per­ché invitare Dell’Utri senza la presenza di altre persone? Il mistero resta. Dubbi e perplessità che sono rimaste tali anche dopo l’interrogatorio dello stesso senato­re Marcello Dell’Utri che in gran segreto ascoltato dai magistrati della Procura di Napoli (Michele Fini, Antonella Serio coordinati dal procuratore aggiunto Gio­vanni Melillo) ha fatto scena muta ed è andato via. Le indagini proseguono.

Dell’Utri, condannato per mafia e sott’inchiesta dalle procure di mezza Ita­lia è nel mirino degli investigatori. La sua passione senza freno per i testi rari e preziosi è sospetta. Forse è un bibiofilo per necessità.

Un mercato quello dei testi antichi che si può trasformare in una buona copertu­ra per chi vuole imbastire operazioni e movimenti finanziari.

Questa dei libri è una strana storia, l’ennesima quando c’è di mezzo Dell’Utri, il grande burattinaio. Silvio Berlusconi in cui compare come vittima di una ipotetica estorsione operata dallo stesso Dell’Utri alla domanda del procu­ratore aggiunto di Palermo Antonio In­groia di perché ha versato in dodici anni la somma di 40 milioni di euro al senato­re, l’ex premier ha affermato: “Marcello è un mio amico e un collaboratore prezioso ho dato quei soldi perché lui ha solo due filoni di spesa: la famiglia ed i libri antichi”.

Amicizia di interessi

A NAPOLI OLTRE ALLE DOSI SI SPACCIANO LIBRI RARI

De Caro, l’esecutore

 

A Napoli oltre alla droga adesso si spac­ciano testi rari. All’appello mancano preci­samente duemila e duecento volumi molti dati all’estero: Germania, Spagna, Usa, Australia presso case d’asta o collezioni private. Marino Massimo De Caro, diretto­re della biblioteca dei Girolamini- in carce­re dal 23 maggio – è considerato uomo di Dell’Utri. La sponda del senatore gli ha consentito – attraverso l’intercessione an­che dell’ex capogabinetto del Mibac Salvo Nastasi – ad esempio di diventare consu­lente prima del ministro Galan e poi del tecnico Ornaghi e tanto altro.

Tra le mani dell’amico dell’ex premier Sil­vio Berlusconi è spuntata “stranamente” una rara edizione di un libro di Gian Batti­sta Vico made in Naples. Ma ci sono altri punti di contatto tra De Caro e Dell’Utri en­trambi sono indagati dalla Procura di Fi­renze per corruzione. “Sfruttando il suo ruolo istituzionale – si legge negli atti – il se­natore avrebbe favorito alcuni imprenditori del settore energetico ricevendo da tali soggetti – per il tramite di De Caro – som­me consistenti di denaro apparentemente giustificate dall’acquisto di un documento antico”.

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