venerdì, Aprile 19, 2024
Come fosse oggi

12 gennaio 1988: a morte l’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco

Due giorni il suo omicidio, avvenuto il 12 gennaio 1988, furono ritrovate le pagine di un memoriale, una sorte di testamento politico. L’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco, 46 anni compiuti nell’ottobre precedente, vi aveva annotato vent’anni di “pressioni” e “resistenze” della vecchia guardia della Democrazia Cristiana di Palermo, rappresentata da Salvo Lima, dai cugini Salvo e da Vito Ciancimino, e le spinte dei giovani che volevano un rinnovamento all’interno del partito e della politica dell’isola.

Di quelle vicende, negli ultimi mesi della sua vita, Insalaco aveva parlato anche alla commissione antimafia spiegando perché primo cittadino di Palermo era rimasto solo tre mesi, dal 17 aprile al 13 luglio 1984. Aveva spiegato quei “giochi perversi” che lo avevano costretto ad abbandonare l’incarico e nel 1985 lo avevano condotto a un’accusa di corruzione con relativo arresto quando aveva tentato di porsi come mediatore in una disputa insorta tra coloro che si contendevano grossi appalti pubbblici.

“Ci sono manovre politiche rivolte a stroncare la mia carriera, rivolte contro un uomo che vuole portare avanti un certo discorso”, annotava in proposito. E sapeva di avere il tempo contato, di essere il cosiddetto morto che cammina. “Ormai sono un uomo perseguitato”, scriveva. “Ho tentato di continuare l’opera cominciata da Nello Martellucci ed Elda Pucci, ma ci sono troppi ostacoli, incontro ogni giorno troppo problemi. Anche loro sono perseguitati, come me, dentro il mio partito”. E poi l’agguato giunse davvero.

Poco dopo le 8 di sera del 12 gennaio 1988 un commando su più mezzi (auto e moto) attendeva l’ex sindaco dalle parti di Villa Sperlinga e non si fece problemi ad agire davanti ai molti testimoni presenti. Insalaco era sulla sua Fiat 132 e non ebbe scampo perché fu bloccato sia davanti che dietro dai vari veicoli sul campo. Riconosciuto vittima della mafia, per il suo delitto si giunse tredici anni dopo alle condanne definitive all’ergastolo per i killer.

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