giovedì, Aprile 25, 2024
Società

Torino, Catania e Bologna a confronto (sulla nostra pelle)

Beatrice, Vincenzo e Massimo sono tre ra­gazzi siciliani che stu­diano in tre diverse città. I servizi, i tra­sporti, le tasse, le dif­ferenze e, se esistono, le analogie in questo confronto fra le vite universitarie di questi tre studenti

In quale facoltà siete iscritti e dove studiate?

Beatrice: Sono iscritta al corso di lau­rea in D.A.M.S. (Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo) e studio a Bologna.
Vincenzo: Sono iscritto alla facoltà di Ingegneria Elettrica presso il politecnico di Torino. Mi sono iscritto qui dopo aver preso la laurea triennale, sempre in Inge­gneria Elettrica, presso l’Università di Catania.
Massimo: Frequento la facoltà di Let­tere e Filosofia, precisamente il corso di laurea in filosofia, all’università degli studi di Catania.

Quali sono i servizi che la vostra fa­coltà offre agli studenti? Sono propor­zionati alle tasse che pagate?

Beatrice: I servizi offerti dall’ateneo sono davvero tanti: dall’assistenza sani­taria per gli studenti fuori sede, fino alle convenzioni per cinema e teatro e le age­volazioni per la telefonia mobile, traspor­ti e mobilità.
Sono diverse le sale studio che restano aperte fino a sera, per non parlare poi delle tantissime biblioteche collegate alla mia facoltà.

Servizi proporzionati alle tasse

La segreteria è contattabile via e-mail e le aule didattiche sono dotate di compu­ter e schermo video-proiettore. I docenti, tutti schedati nel sito web, hanno un loro orario di ricevimento, ma sono comun­que (quasi) tutti contattabili via e-mail.
Nelle segreterie, biblioteche e sale stu­dio lavorano gli studenti, solo per un de­terminato periodo, garantendo così a tutti questa possibilità. Sì, ritengo che questi servizi siano proporzionati alle tasse pa­gate.

Vincenzo: L’organizzazione che ho tro­vato è nettamente superiore rispetto a quella catanese, in cui a dire il vero re­gnava il caos più totale. Anzitutto, la quasi totalità dei servizi della segreteria è online, per cui presen­tarsi di persona ne­gli uffici è abbastanza superfluo, a meno che non bisogna chie­dere qualche chiarimento: nel qual caso, si trovano sempre persone competenti che spiegano con cortesia cosa fare e come comportarsi. 

Si paga come a Catania, ma…

Uno dei servizi che più mi ha colpito è il servizio sms del politecnico, con cui i professori comunicano qualunque varia­zione rispetto agli orari ufficiali: grazie a questo servizio, ho sempre evitato di arri­vare a lezione e di scoprire che questa era stata annullata, cosa che invece era una prassi a Catania.Dal momento che, a livello di tasse, pago esattamente quanto pagavo a Cata­nia, la risposta non può che essere positi­va.

Massimo: L’ex Monastero dei Benedet­tini, che è la sede della mia facoltà, è dis­seminato di sedie e tavoli dove poter “studiare” ma, chiaramente, non sono sempre dei luoghi tranquilli viste le cen­tinaia di persone che frequentano l’uni­versità ogni giorno. Per le sessioni di stu­dio più impegnati­ve sarebbe preferibile un luogo più silen­zioso come la bibliote­ca che, però, segue degli orari ridottissi­mi.

Internet e Wi-Fi

C’è da sottolineare che nel semestre ap­pena passato gli orari erano stati pro­lungati anche grazie al supporto dei tiro­cinanti, ma a giugno hanno ripristinato gli orari precedenti. Per quanto riguarda gli altri servizi come postazioni internet, reti Wi-Fi e al­tro, i mezzi ci sono ma non ne vengono sfruttate tutte le potenzialità. 
La segrete­ria di facoltà bene o male funziona e i tempi d’attesa non sono mol­to lunghi: di­pende anche dal tipo di “commissione” che si deve sbrigare. Il vero problema è la segreteria centra­le, sita in via Landolina, nei pressi di piazza Teatro che, a partire dallo scorso anno accademico, è diventata unica per tutte le facltà, con tutte le conseguenze che derivano dal riversamento di miglia­ia di persone in locali troppo angusti.

Ogni anno sempre più tasse

Il problema delle tasse è che ogni anno vengono continuamente aumentate, quest’anno sensibilmente (circa 100 euro di aumento), e siccome i servizi che offre l’università non cambiano e non miglio­rano, ma forse degradano, è chiaro che si percepisce una sproporzione negativa: da questo punto di vista sì, sono alte e anche troppo.

In che condizione sono i trasporti in questa città? Fatichi molto per rag­giungere la facoltà?

Beatrice: La città è ben collegata, di­spone di mezzi pubblici che tendono a ri­durre l’inquinamento (veicoli a gas natu­rale, veicoli ibridi, a trazione elettrica e gli extraurbani a diesel), tutti dotati di pedane e posto disabile. Il biglietto costa 1.50 euro sull’autobus, 1.20 comprato prima. Si possono comunque comprare delle schede tariffarie più convenienti.

Vincenzo: Rispetto ai tre anni che ho passato a Catania, qui è un altro mondo. A Catania non sapevo mai quando sa­rebbe passato l’autobus, spesso aspettavo an­che più di mezz’ora alla fermata e alla fine ero costretto ad andare a piedi per non arrivare tardi. 
Qui gli autobus passa­no puntuali e la GTT (gruppo tori­nese trasporti) mette a disposizione un servizio online grazie al quale puoi sape­re in tempo reale quando passerà l’auto­bus o il tram alla fermata. 
Gli abbona­menti per studenti costano molto meno di quanto costavano a Cata­nia. Per quanto riguarda la sera invece, nel fine settima­na, ci sono i nightbusters, che partono ogni ora dal centro e che ti permettono di poter stare in giro senza preoccuparsi dell’orario.

I guai con gli autobus

Massimo: I trasporti, stiamo parlando principalmente di autobus, ci sono; ma soprattutto nelle ore di punta peccano di molte défaillances dovute al sovraffolla­mento e ai ritardi.
Credo che entrambi i problemi potreb­bero essere risolti incre­mentando il ritmo delle corse: una corsa ogni ora è vera­mente troppo poco, so­prattutto per chi deve percorrere distanze che a piedi ri­chiedono quasi un’ora di tempo.
Per non parlare poi della metro­politana che ha una sola linea e che non interessa per nulla gli studenti delle aree umanisti­che riversati nel centro storico: l’unico vero motivo per prenderla è anda­re alla Cittadella (sede delle facoltà scientifiche) o alla stazione centrale degli autobus e a quella dei treni.

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