Torino. Castello del Bramafame, confiscato alla mafia e abbandonato
Storia di incuria, speculatori e imprenditori cinesi.
Settembre 1706. Torino è assediata da mesi da più di quarantamila soldati dell’esercito franco-spagnolo. La città resiste. Pietro Micca si è appena fatto esplodere con venti chili di esplosivo per fermare l’incursione francese. Il 2 settembre il Duca Vittorio Amedeo II e il Principe Eugenio raggiungono la collina di Superga per studiare, dall’alto, la controffensiva. Dopo quattro giorni le truppe sabaude si posizionano tra la Dora Riparia e la Stura di Lanzo, dove l’esercito francese è meno guarnito. Proprio lì sorge il Castello del Bramafame, fatto costruire sette anni prima dal Duca di Savoia. Il 7 settembre le truppe a difesa della città, passando dal castello, raggiungono la Stura e piombano sui francesi, cogliendoli di sorpresa. È la svolta decisiva nella battaglia. Torino è libera.
Settembre 2025, barriera di Lanzo. Periferia nord ovest di Torino a un passo dall’Allianz Stadium della Juventus. Il castello del Bramafame è ancora lì ma abbandonato, vandalizzato e confiscato alla mafia. Il sequestro risale al 2012. Sul fascicolo catastale tra il 2001 e il 2006 appaiono tre diversi passaggi di proprietà. Il catanese Zappalà Antonio lo acquista nel dicembre 2001 e lo rivende nel marzo 2002 all’Immobiliare La Torre SAS che a sua volta lo vende alla società Castello Anton Mary nel novembre 2005, ultima proprietaria. Il motivo della confisca si rintraccia nelle cronache giudiziarie dell’epoca: associazione a delinquere finalizzata a truffe immobiliari e frodi fiscali. La misura di prevenzione patrimoniale è divenuta irrevocabile il 19 settembre 2017 ed è stata notificata al Comune il 15 aprile 2019. Il 17 novembre 2021 si tiene la conferenza dei servizi presso la Prefettura di Torino durante la quale viene proposto al Comune di prendere in carico il bene confiscato. Il 20 giugno 2022 la vicesindaca Favaro presenta in Consiglio Comunale la proposta di Delibera numero 420 volta all’acquisizione del Castello del Bramafame. “Tra gli immobili ricadenti nel territorio del Comune di Torino – si legge nella delibera – due si sono dimostrati di particolare e immediato interesse per la Città: il primo è un compendio sito in Strada Vicinale del Bramafame 22, detto Castello di Bramafame”. Nella Delibera è specificato il percorso per la valorizzazione sociale del bene confiscato: “in merito all’utilizzo del compendio di Strada Bramafame, si intende avviare un percorso di coprogettazione con gli organismi del Terzo Settore in particolare per la creazione e il sostegno di nuove opportunità lavorative per i giovani e le fasce più deboli della popolazione con la contestuale produzione di beni e servizi di interesse pubblico”. Presenti 34 consiglieri, votanti 34, favorevoli 34: il consiglio comunale approva all’unanimità.
Dal 2022 ad oggi nulla sembra sia stato fatto per il riutilizzo sociale del castello confiscato. Depredato di buona parte degli infissi, saccheggiato dei beni che erano al suo interno, nel grande parco che lo circonda si scorgono carcasse di automobili e cataste di rifiuti. Negli spazi interni, quelli moderni, evidentemente ristrutturati per diventare spazi ricettivi, si notano alcuni giacigli: coperte, felpe, giubbotti, materassi. Chi è senza casa ha scelto il tetto del Castello per ripararsi dal freddo e dalla pioggia. Probabilmente quando il consiglio comunale ha discusso dei beni e dei servizi di interesse pubblico da offrire negli spazi del Bramafame, si sarà fatto riferimento all’emergenza abitativa, al disagio sociale, alla solitudine di chi è costretto a vivere ai margini.
Eppure per il Castello del Bramafame, da qualche mese, sembra farsi strada un’altra soluzione di gestione. Lontanissima dalla coprogettazione col terzo settore, ma molto più cool.
Dal 20 giugno all’11 luglio 2025 a Torino si è tenuta la summer school della Peking University dallo scintillante titolo “The Aesthetics of Automotive Design – Beauty in Motion”, curata dalla School of Arts dell’Università di Pechino in collaborazione con l’Università di Torino. Pare sia stato in quell’occasione che si è concretizzata l’idea di realizzare nel Castello di Bramafame, confiscato alla mafia, il nuovo, costosissimo, campus universitario europeo della Peking University. Ne esiste già uno a Oxford. Frequentare i corsi universitari e i master dell’Università di Pechino arriva a costare più di 50mila euro l’anno, stare nei campus molto di più.






