martedì, Dicembre 16, 2025
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Ci vuole un “fisico” bestiale

 

Accesso a medicina: andiamo verso la conferma del flop (anche a Biologia). E quindi si: la riforma si boccia da sola. Anche i ragazzi però.

Parafrasando Luca Carboni: ci vuole un “fisico” bestiale! Ma anche un biologo! In Sapienza abbiamo iniziato la correzione dei compiti di biologia del secondo appello del cosiddetto semestre aperto. Così aperto che, quasi con certezza, lascerà fuori più studenti di quanto non fosse previsto dal numero chiuso (mai sparito). E i dati sono allarmanti. A metà correzione abbiamo circa un promosso su dieci. Nel primo appello, quello di novembre, erano tre su dieci. Abbiamo gli stessi preoccupanti numeri della prova di fisica del primo appello. Cos’è successo? Facciamo chiarezza.

Numeri Sapienza: al primo appello di biologia si sono presentati 3863 studenti. Hanno ottenuto il 18 (voto minimo) poco più di 1120 ragazzi. Al secondo appello, quello del 10 dicembre, si sono presentati 2789 ragazzi, quindi 1074 studenti in meno. Ciò vuol dire che, verosimilmente, quasi tutti i ragazzi che hanno superato biologia hanno accettato il voto del primo appello per dedicarsi al superamento della prova di fisica e di chimica di dicembre. Se la proiezione di queste correzioni verrà confermata, dei 2789 studenti, passeranno la prova solo in poco più di 300. Solo nella nostra università sono disponibili circa 1550 posti e quindi anche solo per biologia rischiamo di essere sotto la soglia di programmazione. Chiaramente si accede al secondo semestre solo superando tutte e tre gli insegnamenti. Cosa che con tutta probabilità non si verificherà tanto che il MUR va verso una graduatoria che prevederà l’inserimento degli studenti con voti insufficienti. Ma questo, secondo la riforma, non sarà possibile perché gli insufficienti non sono verbalizzabili. Perché la riforma equipara la prova d’accesso a dei veri esami universitari e il voto minimo è 18, non inferiore. Quindi, per gli studenti ammessi ma non idonei, si parla di recupero dei crediti e francamente non si capisce chi debba provvedere a tutto ciò, se noi docenti, il ministero o l’agenzia delle entrate. Un disastro annunciato.

Ma c’è un ulteriore elemento di drammaticità. E cioè che il compito di biologia non era impossibile. Anzi, molto abbordabile. E quindi c’è una componente “studentesca” che non si può più ignorare. I ragazzi stanno perdendo attitudine ad uno studio sostenuto e approfondito. I ragazzi non sanno più studiare, anche perché nessuno glielo insegna più. E questo ho incominciato a notarlo già negli anni precedenti, soprattutto nel periodo successivo alla pandemia. Arrivano al primo anno di università con conoscenze di base precarie. Senza il “fisico” per affrontare il percorso accademico. Mi chiedo: cos’è rimasto di “bestiale” nelle scuole superiori e nelle famiglie di questi ragazzi?

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