La Perego, la ‘ndrangheta e un consulente
Detto fatto, Pavone prende in mano le redini dell’azienda, da referente ne diventa l’amministratore e a fine settembre 2008 viene siglato l’accordo con la Perego Strade srl che trasferirà, da lì a poco, tutti i centocinquanta dipendenti alla nuova società: la Perego General Contractor.
“In questo periodo di crisi aziendale del nostro territorio finalmente una buona notizia”, commentava martedì 30 settembre 2008 Casate Online, giornale web di Lecco, all’indomani dall’accordo. In realtà lo scenario era tutt’altro che positivo, anche per i dipendenti stessi. “Mauro Bontempelli – commercialista titolare di uno studio milanese di consulenza amministrativa, fiscale e tributaria, è stato in politica come presidente del Consiglio di Zona 7 a Milano, ndr – nel giro di settembre e ottobre ha messo ordine nelle società.
E ad ottobre, finite le vacanze con il ritorno dei calabresi a Milano, incontro Strangio e gli parlo della Perego. Strangio mi disse: “Andrea ricordati io sono felice che tu ti sei sistemato, ma io sono senza lavoro e disponibile a fare lavori di carpenteria”. Perego mi diceva sempre: “Pensa, quando do il lavoro ai calabresi nessuno mi fa dispetti ai cantieri e nessuno mi incendia i mezzi”. Ho pensato che Strangio facesse al caso suo”.
A quel punto Pavone gli suggerisce di presentarsi come imprenditore della SAD Building, e fra Ivano Perego e Salvatore Strangio nasce un rapporto di collaborazione. Secondo gli inquirenti quella sigla starebbe per Salvatore-Andrea-Domenico: ma in aula Pavone nega.
Sta di fatto che nel giro di pochi mesi nell’azienda di Ivano Perego vengono assunte molte conoscenze di Salvatore Strangio legate alle ‘ndrine del territorio, e per l’azienda, completamente assorbita dalle forze illegali, comincia il declino. Come il fattorino, quel Simone che “in quel periodo cascò un po’ come il cacio sui maccheroni, ma non sapevo che era appena stato scarcerato per traffico di stupefacenti”. Fra i nuovi c’erano anche millantatori che si vantavano di competenze che non avevano. A partire da Strangio stesso, il carpentiere che, impadronitosi dell’azienda, si faceva passare per geometra.
Ad un certo punto i suoi rapporti con Pavone si incrinano. Dopo aver pavimentato una grossa superficie, alla prima escursione termica saltano tutte le mattonelle: tanto basta per creare il primo attrito. “Quando scopriamo che Strangio non era così bravo come millantava di essere, lui lascia la carpenteria e ci propone la fornitura di mezzi per il movimento terra. Guarda caso Perego stava cercando un fornitore per i macchinari del cantiere e nasce questa nuova collaborazione: invece che la carpenteria i camion”.
Salvatore Strangio, capo della locale di Seregno. Una personalità difficile da controllare all’interno di un’azienda, tanto che finì per essere lui a stesso gestire l’intera attività di una delle maggiori società operanti in Lombardia nel movimento terra.
Secondo la DDA era riuscito ad acquisire per conto della ‘ndrangheta, in particolare delle ‘ndrine di Platì e Natile di Careri, gestione e controllo delle attività economiche della Perego Strade Srl, divenuta poi Perego General Contractor, conseguendo ingiusti vantaggi patrimoniali quale titolare della SAD Building Srl.
Pavone spiega che fino al 2009 Ivano Perego appalta alla SAD di Strangio tutti i lavori del movimento terra, “tutta la quota dei subappalti che è possibile dare: i vari patrocini che si rivolgevano a Ivano da quel momento in poi si rivolgono a Strangio”.
Una fitta rete di favori, protezione e atti d’intimidazione a cui lo stesso Pavone fu sottoposto: “Dopo aver cercato di allontanarlo con una raccomandata per dei danni arrecati all’azienda – racconta – fuori da casa mia trovo una croce alta venti centimetri e un sacchetto della spazzatura con scarti e rifiuti d’ufficio: volevano i soldi di Perego che era fallito e se la prendevano con me”.
Dal mese di luglio 2009, infatti, Strangio e ‘i suoi gregari’ vengono gradualmente estromessi dalla Perego. Entra in gioco la figura di Rocco Cristello il quale, dato il suo spessore criminale, offre protezione sia a Ivano Perego che allo stesso Pavone: i due, come testimoniano le intercettazioni, necessitano di essere difesi dall’aggressività di Strangio.
Rocco Cristello e suo fratello Francesco dispongono di numerose armi ed esplosivi e, oltre che garantire protezione agli amministratori dell’azienda, si mettono a disposizione di Vincenzo Gallace e Antonino Belnome, rispettivamente mandante ed esecutore materiale dell’omicidio di Carmelo Novella, il boss secessionista ucciso a San Vittore Olona nel luglio 2008.