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In piazza contro la mafia al fianco di Giuseppe Fava

Il 5 gennaio alle ore 16 da piazza Roma a Catania corteo de I Siciliani giovani

I politici che hanno amministrato Catania negli ultimi trent’anni hanno bruciato un miliardo e seicento milioni di euro. Con quei soldi avremmo potuto gestire gli asili nido, dare case a ogni famiglia, costruire scuole sicure e campi sportivi in ogni quartiere. Oggi lo dicono i giudici, per anni lo abbiamo detto noi.

Mario Ciancio, padrone de La Sicilia, ci ha sottratto centocinquanta milioni di euro, e chissà quanto altro. Ha preso i soldi e li ha portati in Svizzera e in Lussemburgo. Era amico dei mafiosi, come i cavalieri, e gli faceva propaganda e ci faceva affari. Per questo gli è stato confiscato il giornale ed è stato giudicato socialmente pericoloso. Oggi lo dicono i giudici, per anni lo abbiamo detto noi.

I boss dettano legge nei quartieri, inondano la città di cocaina e eroina, mettono armi in mano ai ragazzini e stecche d’erba in mano agli sbandati: carne da macello da fare arrestare o uccidere fra di loro. In questa città “fallita”, da cui in tanti scappano, noi ricostruiremo la speranza, la dignità e il sorriso. Con Giuseppe Fava, ucciso il 5 gennaio 1984 perché difendeva Catania dai potenti e dai mafiosi.

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Il cinque gennaio non c’è posto per assessori e politici, di oggi o di ieri, nè per i collaboratori di Ciancio, che ancora osano prendere le sue difese: ma solo per i catanesi onesti, per i cittadini liberi, per i giovani coraggiosi. A loro e soltanto a loro ci rivolgiamo: avanti uniti, senza paura, sulla strada dei Siciliani e di Giuseppe Fava.

Fra l’anima disperata e criminale che popola il sud di Catania, dal quartiere della Marina, fino alle colline di corso Indipendenza e Monte Po, e l’altra anima potente e tremebonda che ha trasformato la zona pedemontana in una immensa città giardino, vive ancora, per fortuna, la terza anima di Catania, la più vera ed autentica, quella che lavora per tutti. Gli artigiani, i piccoli negozianti, i contadini, gli operai, i piccoli impiegati, la moltitudine di merciai, commercianti, bottegai. L’antica anima ridente e sfottente di Catania, che paga per tutti, che lavora, soffre, e riesce ancora a ridere per tutti. E a tutti contagia questo riso, allo speculatore edile e allo scippatore, al primario ed al rapinatore, al presidente dell’ente pubblico e al disoccupato”. [Giuseppe Fava]

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IL PROGRAMMA DEL 5 GENNAIO 2019

ORE 10 Mattinata popolare e colazione sociale a Il Giardino di Scidà – Bene confiscato alla mafia in via Randazzo 27, Catania

ORE 16 Corteo da piazza Roma, Catania

ORE 17 arrivo in corteo al presidio alla lapide di Giuseppe Fava

ORE 18 Premio Fava a cura della Fondazione Giuseppe Fava al Teatro Verga

ORE 20,30 Assemblea presso il G.A.P.A, via Cordai 47, Catania

 

L’evento facebook

 

Le adesioni:

Addiopizzo, Anpi Catania, Anpi Sicilia, Arci, Azione Civile, Catania Bene Comune, Città Insieme, Cittadini Attivi San Berillo, Cobas Scuola, Collettivo Galilei, Comitato No Muos-No Sigonella, Comitato Popolare Antico Corso, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Emergecy, Federazione del Sociale USB, Fondazione Fava, Gammazita, Gapa, I Sentinelli, la Città Felice, La RagnaTela, Legambiente, Librino Attiva, ManiTese, Napoli Monitor, Palestra Lupo, Partito Comunista Italiano, Percorsi condivisi di legalità – Acireale, Potere al Popolo, Rete Antirazzista Catanese, Rete Restiamo umani incontriamoci, Rifondazione Comunista, Sinistra Anticapitalista, Sunia Catania, Trame di Quatiere, WikiMafia Milano, 10e25 Bologna

Un pensiero su “In piazza contro la mafia al fianco di Giuseppe Fava

  • Domenico Giovanni Cosentino

    Le elites politiche di centrodestra e di centrosinistra sono state al servizio dell’imprenditoria dei cavalieri, a sua volta in pieno connubio con la criminalità mafiosa. Catania paga il prezzo di un modello economico piegato agli interessi della borghesia mafiosa, quella che vagheggiava la “Milano del sud” cinquanta anni fa, quella che si è sostituita ai cavalieri dell’Apocalisse, in falso cambiamento mirato a rilanciare e preservare l’accumulazione illegale. Catania è stato il paradigma del dominio mafioso in Sicila, con le compromissioni delle gerarchie ecclesiastiche, la consociazione di Cisl, Cgil, Uil, Ugl, il servilismo di grande parte dell’intellettualità e degli operatori culturali e dei media. In questi anni qualche imprenditore ha provato, con qualche acquiescenza nel mondo dell’antimafia ufficiale, a rilegittimarsi; in queste settimane qualche giornalista prova a far dimenticare servilismi e subalternità. E’ da stupidi fermarsi alla denuncia del modello Montante: peraltro con quattro anni di ritardo.E poi, smettendo i riti delle autocelebrazioni, è doveroso fare un consuntivo, senza sconti per nessuno, siano magistrati (matrimonio di Bianco docet) o figure carismatiche ( da don Ciotti e Libera una qualche autocritica è DOVUTA) , dello arretramento prodotto dalle pratiche suicide dell’antimafia istituzionale. Con questo spirito Rifondazione comunista parteciperà al corteo e solo ad alcuni degli eventi programmati. Mimmo Cosentino, segretario regionale PRC Sicilia

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