giovedì, Aprile 18, 2024
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Lettera aperta ai citta­dini di Valle del Mela e dintorni

Carissimi cittadini di Milazzo e della Valle del Mela, oggi, come già abbiamo previ­sto, ci troviamo a lottare contro coloro che voglio­no utilizzare la centrale di Archi per bruciare la spazzatura chiamata Css come trent’anni fa abbiamo dovuto lottare contro la trasformazione della centrale ter­moelettrica a carbone. 

In un primo incontro, tenutosi a Paler­mo, i Dirigenti della centrale termoelettri­ca di Archi avevano abbozzato questo pro­getto ma erano stati quasi licenziati per molti molteplici motivi. In una seconda riunione, tenutasi sempre mercoledì 21 gennaio 2015, è stato chiesto ai dirigenti della Centrale termoelettrica di Archi di presentare il progetto.

In una terza riunio­ne, che si terrà al più presto, sono sicuro che non solo sarà ac­cettato il progetto, ma ci verrà illustrato come il non plus ultra, come un fiore all’occhiello che darà lavo­ro, risanamento e benessere a tutti. E’ la solita filosofica di questi signori affaristi che si presentano come agnelli mansueti, mentre sono lupi rapaci che per un pezzo di osso in più sono capaci di sacrificare e mandare al macello migliaia di persone.

Quando si voleva trasformare la centrale termoelettrica di Archi a carbone erano a favore il comune di San Filippo del Mela e la Regione Siciliana.

Oggi a favore del Css, della spazzatura da bruciare ad Archi, sembrano essere i comune di San Filippo del Mela e di Mi­lazzo, la Regione Sicilia­na, che si sta pre­parando ad approvare il magnifico proget­to, e i sindacati che difen­dono, secondo loro, i posti di lavoro.

Invito il Sig. Crocetta a rileggersi il do­cumento inviato a tutti i cittadini, me com­preso, in occasione delle elezioni Regiona­li. In quella lettera il Sig. Crocetta si impe­gnava a risanare tutte le aree ad alto ri­schio della Sicilia. Cosa che ha fatto subi­to, ma al contrario.

Difatti il modo prescelto per “risanare queste aree” è stato di fare entrare in fun­zione il nuovo elettrodotto di Terna e di bruciare la spazzatura ad Archi: così se­condo lui la nostra aria diventa salubre e si può respi­rarla, a pieni polmoni, anche sot­to i tralic­ci. Il Sig. Crocetta è certo che tut­ti dobbia­mo, prima o dopo dobbiamo mo­rire, e quindi secondo lui come, il quando e il motivo non ha impor­tanza. Grazie, Sig. Crocetta! 

“Non siano miopi, i sindacati” 

I lavoratori si guadagnano il pane col sudore della fronte rischiando la loro vita come l’ha rischiata mio padre, ma esorto i sindacati a non essere miopi, ma di allar­gare i loro orizzonti e a guardare oltre la punta del loro naso.

Lottano giu­stamente per difendere i po­sti di lavoro, ma si preoccupano poco della loro salute e di quella di migliaia di citta­dini.

Nell’incendio della Raffineria non dove­vano essere loro i primi a scendere in cam­po per difendere la vita e la salute dei la­voratori e dei loro familiari? 

Noi invece, che abbiamo sempre lottato, non per la chiusura delle industrie, ma perchè desse­ro la massima garanzia e la massima sicu­rezza a tutti, operai e abitanti, siamo stati sempre criticati e malvisti. 

“Sicurezza per tutti, operai e abitanti” 

Oggi sono molti coloro che affermano che eli­minando queste grosse industrie e resti­tuendo a questo Territorio la primitiva vo­cazione ci sarebbe più occupazione, più benessere, più turismo e più salute. Sorge però anche un’altra domanda: “Ma dov’erano i sindacati quando noi lottava­mo contro il nuovo elettrodotto di Terna?”.

Eppure essi erano a conoscenza che i Dirigenti di Terna avevano detto espressa­mente che il nuovo elettrodotto ci avrebbe liberato dall’inquinamento della centrale termoelettrica di Archi, che era costretta a chiudere in quanto non più competitiva. 

“Un paese che scompare” 

Rivolgendomi adesso al sig. Sindaco di San Filippo del Mela lo invito a rileggersi il programma presentato ai cittadini e di ri­cordarsi delle sue promesse. Fa bene a “proteggere i posti di lavoro”, ma non fino a sacrificare un’intera popolazione, por­tandola alla miseria e alla morte. Sappia, inol­tre, che il paese di Archi sta scompa­rendo.

Da più di 1.500 siamo scesi ad appena mille resi­denti, di cui molti domiciliati al­trove a causa dell’inquinamento e in cerca di la­voro. Al Sindaco, inoltre, non deve sfuggi­re che le nuove generazioni, special­mente dopo il matrimonio, scappano da Archi, grazie anche alla salvaguardia dei posti di lavoro.

E poi, a proposito dell’impegno preso durante l’incendio della Raffineria, a che punto sono i lavori per togliere i serbatoi vicino alle abitazioni?

Invito anche il Sig. Sindaco di Milazzo a documentarsi sulla lotta sostenuta a suo tempo dal vecchio Sin­daco Cartesio contro la trasformazione a carbone della centrale Termoelettrica.

Mi congratulo, invece, con i dieci sinda­ci del Comprensorio per aver deliberato contro il Css e li esorto a non mollare, a difendere i loro cittadini lottando con tutte le loro forze per tutelare la vita, la sa­lute e l’ambiente. Mi rivolgo, nello stesso tem­po, a molti altri sindaci del Territorio (da Villafranca ad Olivieri) ad opporsi al Css con tutte le forze, con referendum e altri mezzi a loro dispo­sizione.Non dimenti­chiamo che contro la trasformazione a car­bone allora prese una forte posizione la Provincia di Messi­na che tra l’altro ha in­detto un referen­dum, dove la popolazione si espresse con­tro il carbone e a favore del metano, meta­no che non è mai arrivato perché anche al­lora alcuni Politici si sono venduti. 

Oggi, carissimi sindaci del Comprenso­rio, l’unica forza contro il Css e la salva­guardia della salute dei vostri cittadini sie­te voi. Gli occhi dei vostri cittadini sono rivolti a voi, non deludeteli!.

Mi rivolgo anche ai Comitati dei Consi­gli Pastorali per la salvaguardia della salu­te dei Vicariati di Santa Lucia del Mela e di Milazzo per conoscere la loro posizione nei confronti del Css. 

“Specialmente voi giovani…” 

Il mio ultimo pensiero va a voi, cittadini di Milazzo della Valle del Mela e di tutto il Comprensorio specialmente a voi, giovani studenti e adolescenti.

Costruitevi il vostro futuro, non vi fate imbrogliare e non fida­tevi di questa classe politica. La maggior parte di essi corrotti, sono ladri e avvoltoi che per impinguarsi si gettano non solo sui cadaveri ma anche sui più deboli e indifesi per sbranarli. 

In questi 50 anni di industrializzazione del nostro Territorio, tutti coloro che sono morti a causa di queste industrie pesanti chiedono giustizia non solo per loro ma anche per tutti coloro che moriranno a causa dell’inquinamento. 

“Fatevi sentire, non dormite…” 

Carissimi, io ho quasi terminata la mia battaglia, ho dato tutte le mie energie per il Signore, per gli uomini e per difendere il Creato. Mi sono sempre schierato dalla parte dei più deboli. Non mi sono mai ar­reso di fronte alle molte sconfitte e non mi sono mai venduto a questi signori dell’inquinamento e della morte. .

Ora tocca a tutti voi piccoli e grandi.

Vi esorto, svegliatevi, fatevi sentire, non dor­mite, non arrendetevi e tenetevi pronti per una eventuale grande manifestazione in di­fesa della vita, della salute e dell’ambien­te.

Lettera al Signor Governo

IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI 

Egregio Signor Prefetto,

Dopo molto tempo, delusi e con grande amarezza, abbiamo deciso di scriverle questa lettera aperta. Delusi, perché abbiamo aspettato con pazienza che lei accogliesse la richiesta avanzata da molti Comitati e Associazioni di essere ricevuti da lei in occasione dell’incendio della Raffineria di Milazzo. Ma la lettera spedita per fax a nome di molte As­sociazioni e Comitati, non ha avuto nessuna risposta da parte della Pre­fettura. Alla nostra telefonata di informazione, ci è stato detto che la let­tera era stata inviata a un fax sbagliato. Abbia­mo rinviato la stessa lette­ra al fax da voi suggerito, e dopo una seconda telefonata di sollecito avete chiesto tutti gli indirizzi delle Associazioni e Comitati, cosa questa fatta prontamente.

Dopo altri solleciti, per telefono, abbiamo ricevuto una lettera del Sig. Prefetto, in cui ci veniva comunicato tutto quello che era stato fatto dagli organi preposti in occasione di detto incendio..

Questo comunicato, Sig. Prefetto, non ci interessa per nulla, poiché ci riferiva quanto noi già sapevamo, ma che non abbiamo condiviso.

Inoltre siamo molto amareggiati perché come cittadini impegnati da moltissimi anni alla salvaguardia della salute dei cittadini e della natura abbiamo il diritto di esporre le nostre idee, di criticare l’operato dei nostri governanti e di avanzare le nostre proposte, per garantire l’incolumità e la massima sicurezza per la vita e la salute di tutti i cittadini, compresi quelli che lavorano nella Raffineria e nelle altre industrie pesanti. 

Vede, Sig. Prefetto, noi difendiamo la vita e la salute di tutti i cittadini gratuitamente, a nostre spese, e ci sentiamo umiliati quando, insieme a una moltitudine di altri cittadini, dai nostri Governanti veniamo classifica­ti come individui che hanno solo doveri senza nessun diritto.

La nostra umiliazione si appesantisce e la nostra amarezza diventa in­sopportabile quando constatiamo che abbiamo molti doveri, compreso quello di contribuire a pagare le molteplici tasse, per assicurare un favo­loso stipendio ai nostri Governanti e ai loro Dirigenti, dai quali siamo umiliati e tenuti in minima considerazione, senza poter fiatare.

Sig. Prefetto, desideriamo sapere perché non siamo stati ricevuti!

Forse le è è stato suggerito che era meglio non farlo?

Forse perché il suo operato nel gestire la sicurezza della cittadinanza nell’incendio RAM è stato molto criticato, in quanto non sono stati ri­spettati tutti i protocolli della sicurezza esterna?

Forse perché le direttive Seveso, nel profondo Sud, sono fatiscenti e mal applicate? O forse ancora per altre motivazioni?

Gradiremmo saperlo, ma comprendiamo che anche questa è una ri­chiesta utopistica.

In realtà siamo in uno Stato Democratico solo sulla carta, poiché nei fatti a pagare è sempre il popolo che vive rassegnato sotto la schiavitù del potere politico, economico e industriale che gli ha tolto il lavoro, la dignità della vita, la salute e la libertà.

Sig. Prefetto possiamo ancora “sperare” di essere ricevuti?

Speriamo di si! La speranza è sempre l’ultima a morire!

sac. Giuseppe Trifirò, Archi S. Filippo del Mela

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