sabato, Aprile 20, 2024
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I bambini, la resistenza, i perseguitati

Tre momenti nella sto­ria di un quartiere

1.

Cari grandi,

domenica siamo andati all’ex Manifat­tura Tabacchi a vedere una mostra. Abbia­mo visto: palazzo Majorana, una “statua che si muoveva”, dei quadri e i fumetti (cioè il “Corriere dei piccoli” ). Ci è pia­ciuto molto.

Dopo siamo andati in piazza S. Cristo­foro, dove abbiamo giocato a “uno, due, tre stella”. Uno di noi, Adrian, si è arram­picato sugli alberi. Infine abbiamo fatto dei fiori con le bottiglie e altri giochi.

È stato molto divertente anche pulire la piazza, piantare l’albero di carrubo e altre piante come quella della felicità, o la pianta Moagi (così chiamata dalla iniziali dei nostri nomi). Prima di tornare a casa, abbiamo anche fatto uno spuntino.

Adesso, però, vorremmo dirvi delle cose: non dovreste sporcare la piazza o parcheggiare le macchine, perché così noi non possiamo giocare; non è giusto nean­che sputare per terra, appendere cartelloni senza permesso o rompere le cose che noi facciamo (come i fiori di plastica).

Noi vorremmo delle piazze più pulite dove siano ammesse solo bici, monopatti­ni o skate-board. Sarebbe bello se ci fos­sero anche altalene, scivoli, cavallucci finti, piste ciclabili e una fontanella.

Ci piacerebbe rifare questa esperienza in altre piazze di S. Cristoforo, come piaz­za Federico di Svevia e piazza Barcellona e anche visitare altri musei.

Quindi grandi, la prossima volta venite a giocare e pulire le piazze con noi, stare in compagnia sarà bello e potremmo cam­biare insieme le cose che non vanno!

Adrian, Monica, Ioana, Asia, Alessan­dra della scuola “Doria”

2.

Il due luglio 2012 scatterà l’ennesimo sfratto esecutivo da parte della proprietà (le Suore Orsoline) per manifesta morosi­tà. Il Comune di Catania infatti non paga da marzo 2011, dopo aver firmato il con­tratto a settembre 2010 (ma nelle casse del Comune non erano rimaste oltre 680 mila euro, frutto del “rigore e lotta all’eva­sione” della giunta Stancanelli?).

Probabilmente si darà il tempo di finire esami e scrutini e l’eventuale trasloco. Per dove? Dove andranno classi e laboratori di via Cordai? Nella succursale di via Case Sante? Ci sarà posto? E le attività con ragazzi e famiglie realizzate in via Cordai? Insegnanti, ragazzini, mamme, associazioni, quartiere, sono disposte an­cora a difendere la sede della Doria di via Cordai? Ci sono proposte alternative? Cosa ne faranno le Orsoline di questa struttura senza la scuola?

3.

Noi qui resistiamo. Lo facciamo con la nostra presenza nei vicoli e in piazza coi ragazzini, con le lotte sociali e per il dirit­to ad andare a scuola, con le attività al “Gapannone”, che è la casa di tutto il quartiere. Lo abbiamo fatto ora in via Tro­vato appena saputo che 120 migranti egi­ziani erano stati rinchiusi in un cantinato adibito a palestra per la scuola Andrea Doria.

E’ un locale già inadatto ad ospitare le attività di bambini. Fra i migranti anche trenta bambini senza genitori che sono stati affidati alle comunità per minori pre­senti in città. Per gli adulti respingimento immediato. L’operazione espulsione è scattata alle due, i ragazzi delle associa­zioni antirazziste hanno fatto – invano – resistenza passiva agli incaricati e ad alcu­ni “poco raccomandabbili” abitanti del quartiere.

Questa parola, resistenza, vorremmo che non ci fosse più, perchè vorrebbe dire che umanità e civiltà avrebbero vinto sulle mafie e sulle politiche mafiose. Ma con quello che accade nella nostra città, nel nostro quartiere, l’unica cosa possibile è la resistenza. Una parola che ci venne ripe­tuta da Gian Carlo Caselli, mentre lo ascoltavamo den­tro al “Gapannone” ancora fatiscente, nel lontano 2003.

Ci guardò e poi ci disse:”Ero venuto qui con un discorso più o meno preparato, ma a questo punto i miei appunti non servono più! Guardando questo luogo, guardando cosa fate, credo che qui si faccia democra­zia, che si applichi la costituzione. Per cui vi dico, ricordando le parole di un mio collega, che dovete resistere, resistere e resistere ancora!”. Grazie, Caselli. Noi qui resistiamo.

GAPA, San Cristoforo, Catania

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