sabato, Aprile 20, 2024
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Catania e… dintorni: spigolate dall’inizio di agosto

La Tragedia sull’Etna del 6 agosto

Un cicloturista austriaco, il sessantaquattrenne Bernard Launsecker, è stato ritrovato morto dai soccorritori del Cai nella “Grotta dei Tre Livelli”, a quota 1625 m., quasi a ridosso della Casa del Vescovo, in territorio di Zafferana Etnea.

Sono tre gallerie sovrapposte su tre livelli collegate tra loro da  “salti”, di almeno dieci metri. Launsechker è “scivolato” nei meandri della grotta. Nessuna segnalazione è posta attorno al luogo.

Il 21 maggio, due romeni, Madalin Lupoc Ion e Julian Ghorghel, di 19 e 29 anni, sono annegati presso l’area di Ponte Barca, comune di Paternò, trascinati dai gorghi. Anche qui non c’era nessuna segnalazione.

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Catania città metropolitana….con 29 bus

Giornata disastrosa, quella del venerdì 5 agosto, per i trasporti pubblici cittadini, gestiti dall’Amt – interamente partecipata dal Comune –. Raccontano le cronache che solo 29 autobus hanno svolto regolare servizio.

“Sofferenza pura” per coloro che non possono o non vogliono usufruire delle bontà dei mezzi a quattro/due ruote. Specie per i tanti anziani che risiedono nei quartieri periferici. Accampati, tutti, grandi e piccoli, per ore alle fermate, in gran parte prive di pensiline, sotto il sole cocente.

L’Amt è attanagliata da una lunga, strutturale e “misteriosa” crisi. Pare che i debiti si aggirino ad oltre 60 milioni di euro, mentre l’Azienda deve ricevere dal Comune quasi 30 milioni di euro. Per soddisfare le elementari esigenze di mobilità dei cittadini i mezzi in strada dovrebbero essere ben oltre le 150 unità. Da mesi i lavoratori dell’Amt e le organizzazioni sindacali sono in primo piano, impegnati a sbrogliare l’incredibile matassa dei pubblici trasporti di questa città.

 

Differenziata a Catania… ma alla Fiera si parte?

È noto che la nostra città si trova sempre agli ultimi posti nella graduatoria nazionale dei capoluoghi di provincia per quantità di spazzature raccolte nella forma differenziata. Nelle percentuali si è trattato sempre di briciole, non si è mai superato il 12%, mentre la media nazionale generale è del 43,90%.

Nel contempo, accompagnati da un’evasione dirompente, i cittadini catanesi si godono una tassa sui rifiuti tra le più alte in Italia. A Catania negli ultimi due anni si è addirittura in calo. Eppure la dinamica è operativa da oltre dieci anni con l’uso dei variegati cassonetti preposti all’uopo.

Da quasi dieci mesi una piccola parte di Catania è interessata alla raccolta “porta a porta”. Da alcune settimane a questa parte le notizie ufficiali provenienti dal Comune ci informano che “si è in procinto di iniziare la raccolta differenziata alla Fiera”.

Il cittadino di turno esclama: “ma come, in virtù di quali sortilegi fino ad ora, nel corso di tani anni, il più grande produttore di scarti umidi cittadino è stato esentato? Inizia, quando?” Dicono che l’operazione è già da tempo in opera nel mercato della “Pescheria”, con quali esiti? Nulla trapela di ufficiale.

E gli altri mercati rionali, grandi produttori di umido e quant’altro di differenziabile? Mah! Come ampiamente in uso nel linguaggio ufficiale e non, segno di degrado e fallimento. “Siamo a Catania!”. Il dato è che le recenti normative regionali sui rifiuti prevedono l’applicazione a breve di rilevanti multe ai Comuni che superano un certo quantum di rimessa nelle discariche. È facile prevedere l’aumento della Tari nella quota finale della tassa 2016 a Catania.

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Fiumefreddo: amianto?…. a “tinchitè”!

Una cittadina della provincia di Catania. Nel suo territorio, in riva al mare, località Marina di Cottone, sono ubicati i “resti” di due storici siti industriali: le ex cartiere Siace e Keyes.

Affermano le fonti che le grandi aree interessate sono piene di consistenti residui velenosi delle produzioni ed altro di grande depositato successivamente – addirittura per 2000 tonnellate –, compreso Eternit in grande quantità.

In queste settimane la Cgil di Catania è impegnata a sensibilizzare l’opinione pubblica e le strutture istituzionali (Area Metropolitana di Catania e Regione siciliana) per fare avviare una forte ed incisiva azione di bonifica delle aree contaminate e fare riconoscere agli ex lavoratori i requisiti previsti dalle leggi per le attività produttive con presenza di amianto.

La Siace, la più grande cartiera in Sicilia, fu realizzata a partire dal 1964 dal banchiere messinese Michele Sindona (personaggio in prima fila nella P2 con legami con la mafia, morto avvelenato nel carcere di Voghera nel 1986). L’attività si concluse nel 1987.

Poi, l’area fu acquistata dalla Provincia di Catania, presidente Nello Musumeci. Delle pubbliche risorse si spesero 17 miliardi delle vecchie lire per realizzare, con una consistente partecipazione privata, un giocoso parco tematico. Nel succedersi degli anni, come in tante altre amare esperienze siciliane che hanno condannato l’isola al disfacimento, tutto sfumò.

Questa, però, è un’altra storia collaterale. Per ora è rimasto solo il grande avvelenamento ambientale.

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Attraversata dello stretto: solo Beppe Grillo? NO, anche Margherita

Negli annali recenti lo Stretto di Messina non poteva restare famoso solo per il “ponte” e per l’attraversamento a nuoto di Beppe Grillo. 

Sabato 6 agosto una giovane donna di ventitré anni, Margherita Abatangelo di Tradate (Va), affetta della sindrome di Tunder (anomalie scheletriche) ha affrontato il canonico percorso di mare. Prima delle otto è partita da Torre Faro (Me), alle 11.30 è arrivata a Cannitello (RC).

Dopo meno di un’ora dalla costa siciliana si trovava a poche centinaia di metri dall’approdo calabrese, poi, causa forti correnti avverse, ha dovuto allungare il percorso dei nominali tre Km. Però, indomita, non ha desistito.

Un plauso a Margherita, audace e caparbia, con l’affetto di tutti i siciliani che resistono in un’isola piena di drammi civili e sociali.

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Campo rom, a Passo Martino

Come noto ai più il 15 luglio un enorme incendio ha devastato il campo Rom di Catania sito in Via Divino Amore. Un campo storico, esistente da oltre 15 anni. Le poverissime baracche sono state erette dagli stessi Rom, con grande “arrangiamento” per i servizi. Il Comune di Catania non ha mai realizzato un campo attrezzato.

A seguito del distruttivo incendio le centinaia di persone abitanti, molti i bambini, sono stati costretti ad abbandonare il luogo. Il tentativo di ricostruzione è stato drasticamente rifiutato. I Rom si sono “dispersi” nel territorio cittadino. Dove, come vivono? Non esistono fonti di informazione.

Ebbene, a fuoco ancora caldo, l’Amministrazione comunale ha pubblicamente dichiarato l’intento di realizzare un campo attrezzato nell’area di Passo Martino. Questa località, facente parte del territorio della zona industriale, è alquanto “atipica”. Di fatto fortemente decentrata dall’area urbana di Catania.

Anche i Rom hanno diritto a vivere, a sopravvivere nella loro magra esistenza. Le donne sono essenzialmente dedite alla ricerca dell’obolo. Diversi bambini frequentano le scuole. Molti degli uomini fanno i rottamai, oltre che lavori sparsi. Per i Rom un campo a Passo Martino se verrà –, sarebbe un vero e proprio ghetto in un quasi “deserto”. Resterebbero tagliati fuori da qualsiasi dinamica di mobilità.

 

5 agosto 1943 gli Alleati arrivano a Catania

Il 5 agosto le truppe Alleate entrarono in città.

Una cittadinanza lacera, affamata, accolse le variegate formazioni degli Alleati: statunitensi, inglesi, canadesi, australiani. La città, in gran parte distrutta dai bombardamenti, era quasi deserta. La stragrande maggioranza della popolazione aveva da tempo abbandonato le proprie abitazioni, recandosi nei paesi della provincia, vivendo in condizioni indicibili.

Nel corso degli anni la guerra a Catania, come in gran parte delle località della Sicilia, aveva subito gigantesche distruzioni, tanti morti e sofferenze incredibili.

 

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