venerdì, Aprile 19, 2024

Mario Ciancio

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L’ultimo cavaliere dell’apocalisse mafiosa

La mafia a Catania ha tanti volti. Quello del politico del consiglio comunale che dà trenta euro per ogni voto e grida in piazza di essere amico del figlio del boss. Il volto di quel bambino di sei anni, figlio della compagna di uno spacciatore, usato per portare le pallina di cocaina alle macchine dei clienti. Il volto dell’elegante imprenditore, stimato da tutti, che porta lavoro e ama la famiglia. La mafia a Catania ha oggi pure il volto di Mario Ciancio “che ha contribuito al rafforzamento di Cosa Nostra”.

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Ciancio, Marchionne e le elezioni

Non sembra che la mafia – il potere mafioso, nel senso in cui lo intendeva Giuseppe Fava – sia stata molto ricordata in questa campagna elettorale. Non lo sono stati nemmeno Fiat, Bialetti, Omsa, Benetton, Ducati, Dainese, Geox, Rossignol, Calzedonia, Stefanel, Telecom – alcune delle centinaia di industrie italiane “delocalizzate”, tolte cioè ai lavoratori che le avevano costruite con decenni di sacrifici e spedite all’estero alla faccia di tutti.

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Bianco da Ciancio

Da un lato il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha deciso di agire contro Ciancio. Dall’altro, in veste istituzionale, si è prestato a fargli visita nel suo studio. A discutere con lui del futuro della città, a intrattenersi con lui amichevolmente scambiando auguri di “un 2018 ricco di soddisfazioni”, ad appena tre mesi dall’inizio del processo. Il 5 gennaio saremo in piazza anche per questo: per ribellarci a tutto ciò.

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Il Processo

Il 20 marzo del 2018 ci sarà la prima udienza al signor Mario Ciancio. Crediamo che non sarà un processo solo a lui, ma a tutta la città di Catania. E in particolare: alla classe dirigente della città. Alla finanza che gestisce l’economia catanese. Agli imprenditori collusi con mafia e politica. Alle amministrazioni che hanno governato Catania negli ultimi quarant’anni. Dalla Democrazia cristiana alle giunte di centrosinistra a quelle di centrodestra: una vera e propria “mescolanza” di casacche variopinte, pronte a spostarsi dove meglio conviene a secondo le convenienze personali o di gruppo, e per i propri interessi – non certo per il bene di Catania.

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